Frequently Asked Quadcopters
Serve la sfera di cristallo per rispondere. Le applicazioni sono quasi infinite, il limite è la fantasia. Ci capita spesso di venir chiamati per un video promozionale in un cantiere edile e ritrovarci a fare uno studio termografico dei ponti termici. Qualcuno aveva perso il gatto in una zona di campagna e ci ha contattati per ricercarlo. Sono bastati una manciata di minuti e non abbiamo trovato solo il gatto, ma anche il topo che stava "pedinando"…
Un pescatore ci ha chiesto se esistessero gli "occhiali da pesca" per i droni. Quando gli abbiamo risposto che avevamo già la lente polarizzata per quello piccolo, siamo finiti a mappare la popolazione di trote di un fiume… Siamo diventati amici e ci invita spesso alle cene di pesce a casa sua.
Purtroppo, o per fortuna, no.
Esistono molti tipi di drone, differenti modelli, con differenti funzioni e prestazioni.
Alcuni droni sono legalmente abilitati ad effettuare alcuni tipi di operazioni, altri sono abilitati ad effettuarne altre.
Lo stesso modello di drone può avere due versioni diverse di software che ne determinano la subcategoria ed i limiti operativi. Un esempio è il DJI Mini 4 Pro, che in modo del tutto irriconoscibile se non per una minuscola etichetta, può essere classificato nella subcategoria C0 oppure C1, il ché gli conferisce diversi limiti operativi.
Lo stesso vale nel mondo enterprise: un DJI Matrice 4 nasce C2 e può essere modificato (terminatore di volo e paracadute) e riclassificato per volare in subcategoria C5. Ne derivano importanti cambiamenti operativi: alcuni limiti vengono tolti ed altri introdotti. Non è poi così improbabile la necessità di dotarsi due droni identici con due classificazioni diverse.
Riguardo ai costi, infine, un piccolo drone da selfie (che segue le stesse regole degli altri, essendo considerato un velivolo) arriva a costare meno di € 150, un drone agricolo con una portata di carico di 100 Kg non costa meno di € 65.000 con una dotazione minima di accessori mediamente necessari per farlo lavorare.
È possibile consultare le aree no‑fly tramite i portali ENAC, D‑Flight e la pubblicazione aeronautica AIP.
E' necessario registrarsi per accedere e soprattutto saper interpretare i dati. Se hai dubbi contattaci!
Tecnicamente sì. Le nostre abilitazioni ce lo permettono. Per poterlo fare dobbiamo in ogni caso ricevere autorizzazioni specifiche che richiedono un iter burocratico e complesso. Per ottenerlo è necessario fornire una richiesta allegando uno studio specifico dei rischi, versare una tassa e attendere un numero di giorni sufficiente affinché la richiesta venga elaborata e ci venga riservato lo spazio aereo per il/i giorno/i prestabilito/i e nelle fasce orarie indicate.
Dal momento che questo tipo di iter comporta dei costi, scegliamo insieme al cliente se semplificare le operazioni volando, ad esempio, con droni più "leggeri" e trovando un compromesso tra fattibilità ed effettiva necessità.
Dipende dal tipo di operazione. E' sempre necessario un sopralluogo, che effettuiamo possibilmente con un drone più piccolo ma sufficiente a farci prendere coscienza del luogo. L'intervento operativo può durare da un'ora a più giornate a seconda del tipo di operazione, dell'area da coprire, degli imprevisti (pioggia, vento, intrusione di persone nell'area con conseguente annullamento delle operazioni), etc.
Il Regolamento Europeo UAS (EASA) in vigore dal 1° gennaio 2020, insieme al Regolamento UAS‑IT, ai regolamenti delegati 2019/945 e di esecuzione 2019/947. In Italia, ENAC resta responsabile della gestione dello spazio aereo e della registrazione di droni e dei piloti.
Qualora avessi la necessità di effettuare rilievi e un regolamento comunale, provinciale o regionale li vietassero, contattaci attraverso il form del sito, includendo la posizione (come da indicazioni nel form) e possibilmente una piccola documentazione fotografica. Faremo una verifica approfondita sulla legittimità del divieto e – qualora fosse legittimo – sulla possibilità di andare in deroga con le autorizzazioni previste.
Assolutamente sì. A seconda del tipo di operazione è necessario fissare un momento particolare della giornata e/o della settimana.
Se si effettuano riprese videofotografiche le condizioni di luce sono determinanti. Lo stesso per la fotogrammetria. E' chiaro che la presenza di persone è da evitare per avere una scena "neutra".
Se poi si opera in zona geografica (zona rossa), l'assenza di persone è obbligatoria per regolamento, oltre a costituire elemento di mitigazione del rischio che viene sottoposto agli enti per il rilascio del permesso.
Forniamo quello che ci viene richiesto. Ovviamente la parte di restituzione dei dati o delle immagini può essere impegnativa a tal punto da superare, come impatto in termini di tempo e costi, quella di acquisizione. Viene definito tutto in fase di preventivo.
Per formulare un preventivo accurato è necessario innanzitutto comprendere con precisione dove verrà svolto l’intervento. Questo richiede uno studio preliminare dell’area e la consultazione delle fonti ufficiali per identificare lo scenario operativo in base alla normativa aeronautica vigente. I droni, anche se possono sembrare giocattoli, sono considerati a tutti gli effetti velivoli, e operare in certe zone può richiedere autorizzazioni speciali, come nel caso delle aree classificate come “rosse”, dove è vietato volare ma per cui è previsto un iter autorizzativo riservato a piloti con brevetti superiori. Questa fase, assieme a tutte le attività burocratiche, comporta costi specifici legati sia al tempo impiegato che agli oneri fissi richiesti per le pratiche ufficiali. A ciò si aggiungono i costi tecnici, diretti e indiretti: il tempo di volo viene stimato tramite simulazione e incide sui consumi delle batterie (che per ragioni di sicurezza hanno cicli di vita molto limitati), sulla manutenzione ordinaria dei droni professionali (che fanno i tagliandi in casa madre come le autovetture) e sull’usura dell’attrezzatura. Non bisogna dimenticare che l’operatore deve essere formato secondo standard elevati, assicurato secondo normativa e dotato di accesso a piattaforme certificate per la gestione delle missioni. Infine, la restituzione del lavoro può variare enormemente in termini di tempi, strumenti e competenze richieste: la termografia richiede rapidità e know-how molto specifico; la fotogrammetria implica pianificazione dettagliata e una lunga fase di elaborazione dati; il montaggio video, invece, è altamente creativo e personalizzabile, con tempistiche che dipendono dalla complessità narrativa concordata.
Ogni preventivo nasce quindi da una valutazione puntuale e su misura: non esistono pacchetti preconfezionati, ma un approccio tecnico, trasparente e migliorabile che punta a un risultato all’altezza delle aspettative. Amiamo veder rispecchiare il nostro sorriso sul volto del cliente.
Il concetto di “elevato” è relativo. Se la domanda è da intendersi "mi devo aspettare una cifra alta per avere poco?", la risposta è certamente "no!".
Noi effettuiamo operazioni con droni agendo nella totale legalità, chiedendo i permessi quando è necessario. Questo approccio – a cui non consideriamo alternative – è oneroso, ma elimina il rischio di salatissime multe per noi e per il committente. Se da questo lato introduciamo dei costi che qualcuno potrebbe considerare evitabili, dall'altro abbiamo invece deciso di basare le nostre restituzioni su software open source abbattendo i costi licenza a parità di risultati.
Questo ci permette di compensare il maggior costo delle pratiche burocratiche, ne consegue un risultato che a parità di costi di mercato è qualitativamente migliore.
Se non c'è burocrazia da espletare, diventiamo veramente concorrenziali…
Serve la sfera di cristallo per rispondere. Le applicazioni sono quasi infinite, il limite è la fantasia. Ci capita spesso di venir chiamati per un video promozionale in un cantiere edile e ritrovarci a fare uno studio termografico dei ponti termici. Qualcuno aveva perso il gatto in una zona di campagna e ci ha contattati per ricercarlo. Sono bastati una manciata di minuti e non abbiamo trovato solo il gatto, ma anche il topo che stava "pedinando"… Un pescatore ci ha chiesto se esistessero gli "occhiali da pesca" per i droni. Quando gli abbiamo risposto che avevamo già la lente polarizzata per quello piccolo, siamo finiti a mappare la popolazione di trote di un fiume… Siamo diventati amici e ci invita spesso alle cene di pesce a casa sua.
Purtroppo, o per fortuna, no. Esistono molti tipi di drone, differenti modelli, con differenti funzioni e prestazioni. Alcuni droni sono legalmente abilitati ad effettuare alcuni tipi di operazioni, altri sono abilitati ad effettuarne altre. Lo stesso modello di drone può avere due versioni diverse di software che ne determinano la subcategoria ed i limiti operativi. Un esempio è il DJI Mini 4 Pro, che in modo del tutto irriconoscibile se non per una minuscola etichetta, può essere classificato nella subcategoria C0 oppure C1, il ché gli conferisce diversi limiti operativi. Lo stesso vale nel mondo enterprise: un DJI Matrice 4 nasce C2 e può essere modificato (terminatore di volo e paracadute) e riclassificato per volare in subcategoria C5. Ne derivano importanti cambiamenti operativi: alcuni limiti vengono tolti ed altri introdotti. Non è poi così improbabile la necessità di dotarsi due droni identici con due classificazioni diverse. Riguardo ai costi, infine, un piccolo drone da selfie (che segue le stesse regole degli altri, essendo considerato un velivolo) arriva a costare meno di € 150, un drone agricolo con una portata di carico di 100 Kg non costa meno di € 65.000 con una dotazione minima di accessori mediamente necessari per farlo lavorare.
È possibile consultare le aree no‑fly tramite i portali ENAC, D‑Flight e la pubblicazione aeronautica AIP. E' necessario registrarsi per accedere e soprattutto saper interpretare i dati. Se hai dubbi contattaci!
Tecnicamente sì. Le nostre abilitazioni ce lo permettono. Per poterlo fare dobbiamo in ogni caso ricevere autorizzazioni specifiche che richiedono un iter burocratico e complesso. Per ottenerlo è necessario fornire una richiesta allegando uno studio specifico dei rischi, versare una tassa e attendere un numero di giorni sufficiente affinché la richiesta venga elaborata e ci venga riservato lo spazio aereo per il/i giorno/i prestabilito/i e nelle fasce orarie indicate. Dal momento che questo tipo di iter comporta dei costi, scegliamo insieme al cliente se semplificare le operazioni volando, ad esempio, con droni più "leggeri" e trovando un compromesso tra fattibilità ed effettiva necessità.
Dipende dal tipo di operazione. E' sempre necessario un sopralluogo, che effettuiamo possibilmente con un drone più piccolo ma sufficiente a farci prendere coscienza del luogo. L'intervento operativo può durare da un'ora a più giornate a seconda del tipo di operazione, dell'area da coprire, degli imprevisti (pioggia, vento, intrusione di persone nell'area con conseguente annullamento delle operazioni), etc.
Il Regolamento Europeo UAS (EASA) in vigore dal 1° gennaio 2020, insieme al Regolamento UAS‑IT, ai regolamenti delegati 2019/945 e di esecuzione 2019/947. In Italia, ENAC resta responsabile della gestione dello spazio aereo e della registrazione di droni e dei piloti. Qualora avessi la necessità di effettuare rilievi e un regolamento comunale, provinciale o regionale li vietassero, contattaci attraverso il form del sito, includendo la posizione (come da indicazioni nel form) e possibilmente una piccola documentazione fotografica. Faremo una verifica approfondita sulla legittimità del divieto e – qualora fosse legittimo – sulla possibilità di andare in deroga con le autorizzazioni previste.
Assolutamente sì. A seconda del tipo di operazione è necessario fissare un momento particolare della giornata e/o della settimana. Se si effettuano riprese videofotografiche le condizioni di luce sono determinanti. Lo stesso per la fotogrammetria. E' chiaro che la presenza di persone è da evitare per avere una scena "neutra". Se poi si opera in zona geografica (zona rossa), l'assenza di persone è obbligatoria per regolamento, oltre a costituire elemento di mitigazione del rischio che viene sottoposto agli enti per il rilascio del permesso.
Forniamo quello che ci viene richiesto. Ovviamente la parte di restituzione dei dati o delle immagini può essere impegnativa a tal punto da superare, come impatto in termini di tempo e costi, quella di acquisizione. Viene definito tutto in fase di preventivo.
Per formulare un preventivo accurato è necessario innanzitutto comprendere con precisione dove verrà svolto l’intervento. Questo richiede uno studio preliminare dell’area e la consultazione delle fonti ufficiali per identificare lo scenario operativo in base alla normativa aeronautica vigente. I droni, anche se possono sembrare giocattoli, sono considerati a tutti gli effetti velivoli, e operare in certe zone può richiedere autorizzazioni speciali, come nel caso delle aree classificate come “rosse”, dove è vietato volare ma per cui è previsto un iter autorizzativo riservato a piloti con brevetti superiori. Questa fase, assieme a tutte le attività burocratiche, comporta costi specifici legati sia al tempo impiegato che agli oneri fissi richiesti per le pratiche ufficiali. A ciò si aggiungono i costi tecnici, diretti e indiretti: il tempo di volo viene stimato tramite simulazione e incide sui consumi delle batterie (che per ragioni di sicurezza hanno cicli di vita molto limitati), sulla manutenzione ordinaria dei droni professionali (che fanno i tagliandi in casa madre come le autovetture) e sull’usura dell’attrezzatura. Non bisogna dimenticare che l’operatore deve essere formato secondo standard elevati, assicurato secondo normativa e dotato di accesso a piattaforme certificate per la gestione delle missioni. Infine, la restituzione del lavoro può variare enormemente in termini di tempi, strumenti e competenze richieste: la termografia richiede rapidità e know-how molto specifico; la fotogrammetria implica pianificazione dettagliata e una lunga fase di elaborazione dati; il montaggio video, invece, è altamente creativo e personalizzabile, con tempistiche che dipendono dalla complessità narrativa concordata. Ogni preventivo nasce quindi da una valutazione puntuale e su misura: non esistono pacchetti preconfezionati, ma un approccio tecnico, trasparente e migliorabile che punta a un risultato all’altezza delle aspettative. Amiamo veder rispecchiare il nostro sorriso sul volto del cliente.
Il concetto di “elevato” è relativo. Se la domanda è da intendersi "mi devo aspettare una cifra alta per avere poco?", la risposta è certamente "no!". Noi effettuiamo operazioni con droni agendo nella totale legalità, chiedendo i permessi quando è necessario. Questo approccio – a cui non consideriamo alternative – è oneroso, ma elimina il rischio di salatissime multe per noi e per il committente. Se da questo lato introduciamo dei costi che qualcuno potrebbe considerare evitabili, dall'altro abbiamo invece deciso di basare le nostre restituzioni su software open source abbattendo i costi licenza a parità di risultati. Questo ci permette di compensare il maggior costo delle pratiche burocratiche, ne consegue un risultato che a parità di costi di mercato è qualitativamente migliore. Se non c'è burocrazia da espletare, diventiamo veramente concorrenziali…